Convegno Studi Rendano

Convegno di Studi

Alfonso Rendano

e il pianoforte in Europa tra Ottocento e Novecento

Cosenza, Villa Rendano, Via Triglio 21

3-5 dicembre 2021

Sono intervenuti

Maria Tiziana Affortunato, Bianca Maria Antolini, Francesco Bissoli, Franz Caruso, Annibale Cetrangolo, Anna Cipparrone, Carolin Krahn, Marina Marino, Pier Paolo De Martino, Massimo Distilo, Carla Di Lena, Federica Nardacci, Pamela Panzica, Francesco Perri, Pierangela Pingitore, Luisa Prayer, Annunziato Pugliese, Francesco Paolo Russo, Giancosimo Russo, Guido Salvetti, Francesca Seller, Domenico Francesco Stumpo, Paolo Sullo, Claudio Toscani, Ida Zicari,  Agostino Ziino

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-comunicato stampa-

Nel rispetto delle disposizioni governative (D.L. del 23 luglio 2021), per accedere a Villa Rendano tutti i visitatori di età superiore ai 12 anni dovranno presentare una delle seguenti certificazioni: Green Pass, certificato di prima vaccinazione, certificato di guarigione dal Covid-19 (con validità 6 mesi), esito negativo al Covid-19 di un test molecolare o antigenico validità 48 ore.
Il convegno è stato trasmesso online sul canale Youtube di Villa Rendano.

Alfonso Rendano e il pianoforte in Europa tra Ottocento e Novecento


Nota a cura di Massimo Distilo


Si è svolto nella suggestiva cornice di Villa Rendano a Cosenza il convegno di studi dedicato al grande pianista e compositore Alfonso Rendano che proprio in quella villa trascorse una significativa parte della sua esistenza. Il sito, oggi gestito dalla Fondazione “Attilio e Elena Giuliani”, rievoca costantemente la figura del musicista di Carolei, sia attraverso gli arredi che vi sono contenuti, tra cui un antico pianoforte appartenuto allo stesso Rendano, sia tramite sapienti ricostruzioni video che ci fanno immergere nelle atmosfere storico musicali proprie del personaggio e in quelle delle antiche genti Bruzie.
L’evento, organizzato dall’Istituto di bibliografia musicale calabrese in collaborazione col Conservatorio di musica di Cosenza, patrocinato della Società Italiana di Musicologia e realizzato grazie ai contributi del Ministero della Cultura e della Fondazione Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania, ha radunato nell’elegante sala convegni della villa un nutrito gruppo di studiosi provenienti da varie parti d’Italia e dall’estero.
Il pomeriggio del 3 dicembre è stato dedicato inizialmente ai messaggi di saluto. Si sono alternati Francesco Paolo Russo, presidente Ibimus, Francesco Perri, direttore del Conservatorio di Cosenza, Anna Cipparrone, direttore del museo Consentia Itinera; sono seguiti i messaggi del delegato del sindaco di Cosenza, Franz Caruso, del professore emerito dell’Università di Roma Tor Vergata, Agostino Ziino, e il saluto del presidente della Società Italiana di Musicologia, Claudio Toscani.
A seguire si è svolta la prima seduta dei lavori, presieduta da Francesco Paolo Russo, in cui si sono dipanate le relazioni di Guido Salvetti, Pier Paolo De Martino e Federica Nardacci che hanno tratteggiato un Rendano estremamente inquieto, impregnato di cultura mediterranea ma immerso in una dimensione europea.
I lavori sono ripresi nella mattinata di sabato 4 dicembre sotto la presidenza di Carla Di Lena, con il susseguirsi delle relazioni di Bianca Maria Antolini, Francesco Perri, Francesca Seller, Ida Zicari, Francesco Bissoli e Giancosimo Russo. Questo gruppo di studiosi ha concentrato l’attenzione su specifici elementi dell’attività di Rendano: i “concerti storici”; aspetti relativi a sue composizioni quali il Quintetto e il Concerto per pianoforte e orchestra; personaggi coevi che si dedicarono all’invenzione organologica da cui scaturirono strumenti musicali come il “piano-melodium”, che era una sorta di commistione tra pianoforte e fisarmonica.
Dopo la pausa pranzo a presiedere i lavori è stata chiamata Bianca Maria Antolini. La relazione di Massimo Distilo, partendo da una lettera di Rendano indirizzata a Carl Reinecke e relativa a un concerto al Gewandhaus di Lipsia, ha ricostruito una parte del repertorio pianistico eseguito in pubblico da Rendano intorno alla metà degli anni ’70 dell’Ottocento. Sono stati mostrati nell’occasione alcuni documenti autografi originali: una lettera di Rendano indirizzata a Ludwig Bösendorfer e una lettera autografa di Liszt con la quale il pianista magiaro raccomandava caldamente Rendano ad un suo amico.
Pierangela Pingitore si è invece diffusa sul periodo di Rendano a Weimar e sui suoi rapporti con Liszt, ricostruendo quel momento anche attraverso il carteggio con la moglie Antonietta Trucco, pianista a sua volta. Luisa Prayer ha fatto luce sul rapporto esistente tra gli eredi del Maestro, la sua casa romana e il suo lascito documentale. Le relazioni di Marina Marino, Carla Di Lena e Paolo Sullo si sono concentrate su programmi e metodi di studio del pianoforte al conservatorio di Napoli e sulla proposta di riforma degli stessi portata avanti senza successo da Rendano quando, nel 1887, nominato direttamente dal ministro dell’istruzione Coppino, divenne docente di pianoforte presso quella istituzione.
I lavori sono proseguiti nella mattinata di domenica 5 dicembre sotto la presidenza di Paolo Sullo con un altro gruppo di interessanti relazioni. Pamela Panzica ha indagato sull’eredità chopiniana di Rendano, che aveva studiato a Parigi con Georges Mathias, allievo di Chopin; Annunziato Pugliese ha presentato una nutrita rassegna di articoli utile a comprendere le modalità di accoglimento del musicista sulla stampa coeva; la studiosa tedesca Carolin Krahn, attraverso un’indagine sulla stampa internazionale dell’epoca (in particolare tedesca e inglese), ha evidenziato alcune caratteristiche della ricezione (o non ricezione) dell’opera di Rendano in Europa.
Tiziana Affortunato ha parlato dell’unica opera lirica scritta dal musicista: “Consuelo”, ispirata alla protagonista di un romanzo di George Sand. Lo studioso argentino Annibale Cetrangolo si è occupato degli allievi di Rendano nelle terre d’oltre mare, soffermandosi in particolare sul caso Ruta. L’ultima relazione del convegno, di Domenico Francesco Stumpo, è stata dedicata ad alcuni elementi folklorici presenti nelle composizioni di Rendano, in particolare i canti augurali e di questua.
Le numerose e appassionate discussioni che, in appendice alle relazioni si sono spesso susseguite nel corso del convegno, hanno fatto emergere come la figura di Alfonso Rendano, pur restando al momento sospesa tra una dimensione europea e una squisitamente locale, susciti grande interesse presso gli studiosi e come tante sfaccettature della sua complessa personalità siano ancora da approfondire.
I lavori del convegno, cui ci auguriamo possa a breve seguire una pubblicazione degli atti, costituiscono comunque un importante snodo su cui imperniare future ricerche che vorranno soffermarsi sul pianismo e sulla musica strumentale in Italia tra Otto e Novecento.


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